Omofobia: parlarne, capirla e combatterla.
16 Maggio, alla vigilia della giornata mondiale contro ogni forma di Omofobia e Transfobia, e nel giorno in cui la Russia archivia il caso Cecenia, chiudendo le indagini e affermando che il fatto non sussiste perché nessuna persona è stata torturata, uccisa o ferita, parlare di una piaga sociale come questa, è importante. Capiamola, conosciamola e insieme combattiamola.
Coniato dallo psicologo George Weinberg, il termine Omofobia descrive la paura dell’omosessuale, del “diverso”, di colui o colei si scosta dai canoni di “normalità” a cui la società moderna vuole standardizzarci, e negli ultimi decenni ha raggiunto livelli di pericolosità inauditi, ma capiamone insieme il perché.
Prima di tutto però, ci siamo mai chiesti se Omofobi si nasce o ci si diventa?
L’omofobia non è una paura che nasce con noi, quindi teniamo sempre in conto che omofobi non si nasce ma lo si diventa con l’educazione che riceviamo, direttamente dalle nostre famiglie ma anche indirettamente, per “sentito dire” per “aver visto”, vivendo all’interno di una data comunità o società.
- Ho paura che i rapporti omosessuali siano una minaccia per la società in quanto contribuiscono alla diminuzione delle nascite
- Cambierei opinione e sentimenti verso un amico se venissi a scoprire che è omosessuale
- I gay e le lesbiche non dovrebbero rivelare ai loro genitori la propria omosessualità, per non farli soffrire troppo
- Il comportamento omosessuale non costituisce un buon esempio per i bambini
- Un buon calciatore non può essere gay
- La cultura omosessuale può essere pericolosa perché può provocare un aumento dei casi di omosessualità
- Se i gay e le lesbiche vogliono avere gli stessi diritti degli eterosessuali devono rinunciare alla loro omosessualità
- Se scoprissi che il mio superiore è omosessuale, avrei paura delle richieste e/o delle pressioni sessuali che potrebbe farmi
- Mi procurerebbe disagio ospitare in casa per la notte una coppia omosessuale
sono un forte indicatore di omofobia.
E sia chiara una cosa, amici, omosessuali non si diventa, si nasce! L’omosessuale, così come l’eterosessuale o il/la trans che modifica il proprio corpo, altro non fa che seguire un istinto innato.
Ma allora l’omofobia può essere curata? Se sì, come?
Certo, l’omofobia può essere curata e deve essere combattuta! Con l’educazione sin dai primi anni di vita, con un percorso di apprendimento e di accettazione che deve avvenire in primis nel proprio ambito familiare, proseguire a scuola e poi fuori, tra gli amici, nella propria società.
Una lotta che deve essere sostenuta anche dalla politica, da coloro che hanno una voce che nel bene o nel male arriva a tutti, e bisogna farlo con leggi chiare, che puniscano fortemente e in maniera esemplare tutti gli atti di omofobia, e tutelino maggiormente il popolo LGBT.
Ma la lotta all’omofobia deve essere anche interna la nostra società, quella LGBT che come ho avuto modo di spiegare, soffre enormemente di un’omofobia interiorizzata. Come? Smettendola di giudicarci, di credere di conoscere quale sia il modo migliore di essere gay, lesbica, trans, bisex e credere di conoscere solo noi il miglio modo di essere gay in società.
Smettendola di stigmatizzare i Pride, andandoci, vivendoli, apprezzandoli e sostenendoli, così come con tutti i movimenti di liberazione e accettazione promossi dalle associazioni LGBT, perché amici miei, se qualcuno, in quel non molto lontano 1969 non avesse avuto il coraggio di reagire e di scendere in strada per rivendicare il diritto ad esistere e ad essere accettati per ciò che si è realmente, credetemi, ad oggi saremmo solo bloccati in un vortice senza uscita di tristezza e insoddisfazione.
La diversità ci rende liberi, e la libertà di essere se stessi, se non nuoce alle vite altrui (tipo che voglio essere libero di essere un cannibale e ammazzo persone a caso per farci colazione, pranzo e cena, per assurdo) rende la vita bella e fa valere ancora di più la pena di viverla!
E lo dico per primo a me stesso, lottando contro gli stereotipi con cui sono cresciuto.