Domande e risposte sull'Omofobia – IlPuntoH

Omofobia: parlarne, capirla e combatterla.

16 Maggio, alla vigilia della giornata mondiale contro ogni forma di Omofobia e Transfobia, e nel giorno in cui la Russia archivia il caso Cecenia, chiudendo le indagini e affermando che il fatto non sussiste perché nessuna persona è stata torturata, uccisa o ferita, parlare di una piaga sociale come questa, è importante. Capiamola, conosciamola e insieme combattiamola.

omofobia STOP

Coniato dallo psicologo George Weinberg, il termine Omofobia descrive la paura dell’omosessuale, del “diverso”, di colui o colei si scosta dai canoni di “normalità” a cui la società moderna vuole standardizzarci, e negli ultimi decenni ha raggiunto livelli di pericolosità inauditi, ma capiamone insieme il perché.

Prima di tutto però, ci siamo mai chiesti se Omofobi si nasce o ci si diventa?

L’omofobia non è una paura che nasce con noi, quindi teniamo sempre in conto che omofobi non si nasce ma lo si diventa con l’educazione che riceviamo, direttamente dalle nostre famiglie ma anche indirettamente, per “sentito dire” per “aver visto”, vivendo all’interno di una data comunità o società.

omofobia e chiesa cattolicaFin da bambini, volenti o nolenti, tutti noi facciamo nostri dei valori che ci vengono presentati come giusti, come “leggi” e già molto prima di avere una reale comprensione di cosa significhi la parola omosessualità, di avere dunque una nostra idea in merito, ereditiamo, da una cultura omofoba, la convinzione che essere gay sia qualcosa di assolutamente sbagliato, innaturale, contrario addirittura alla vita che un qualsivoglia omino magico chiamato Dio e con tanti altri nomi, ci abbia regalato.
In Italia (regno della chiesa cattolica nonché Paese molto conservatore) la Chiesa esercita un potere assurdo sulle famiglie, sulla politica e sulla capacità legislativa conseguente: non ci sorprende dunque che in Italia, ancora nel 2017 e dopo aver avuto finalmente riconosciuto le unioni di fatto, l’omofobia sia uno dei più grandi problemi sociali tra persone di tutte le età. Se poi pensiamo che la posizione ufficiale della Chiesa cattolica rispetto agli omosessuali è di accoglienza, solo a patto che gli omosessuali rinneghino se stessi, riconoscendo il disordine e il male della propria condizione di vita e accettando la castità e la costrizione come elemento permanente dell’intera loro esistenza, capiamo benissimo con quanta energia l’omofobia viene alimentata soprattutto in quegli individui di una certa età che non riescono a vedere oltre le porte dalla loro parrocchia.
Ma l’omofobia riguarda solo gli etero?
giornata mondiale contro l'omofobia, transfobia e bifobia Una delle domande che spesso mi sono sentito chiedere quando parlo di omofobia in giro, è se l’omofobia sia un problema solo degli etero. la risposta, per quanto mi faccia male, è NO!
Avete mai sentito parlare di omofobia interiorizzata? Si tratta di un misto di sentimenti negativi come ansia, disprezzo e avversione che gli omosessuali provano nei confronti dell’omosessualità, propria e altrui, al punto che l’incidenza statistica dei suicidi è elevata tra gli omosessuali adolescenti, soprattutto se credenti o se figli di famiglie molto religiose.
E avete mai sentito dire da amici o conoscenti LGBT che loro non partecipano al Pride perché non sono d’accordo con l’idea di “lustrini e di eccentricità” che la comunità gay passa con questo evento? Ecco, questo è un esempio lampante di ciò che è l’omofobia interiorizzata. Parliamo dello stesso problema che, tanto per fare un’esempio citato anche da il Sole 24 ore (e che quindi non ci stiamo inventando), ha portato al NO dell’ amministrazione comunale di Cosenza, che negli scorsi giorni, ha rifiutato il patrocinio al Pride usando come scusa la volontà di non spettacolizzare la preferenza sessuale “spesso ostentata attraverso modalità stereotipate e conformistiche”.
Qual’è la più grande bugia che alimenta l’omofobia?
Questa, ad esempio, è un’altra domanda che spesso mi sono sentito chiedere. Io onestamente non ho LA risposta (la sola ed unica) ma credo che un esempio forte venga dalla leva che politici omofobi e retrogradi o che uomini di chiesa/religiosi vari omofobi, perché han paura di accettare la propria omosessualità, fanno sulla piaga della pedofilia, falsamente asserendo che essere omosessuali voglia dire essere anche pedofili. Amici, non fatevi prendere in giro, studi scientifici (non un semplice sondaggio su twitter) hanno dimostrato che non c’è alcuna correlazione tra pedofilia e omosessualità e che ben il 98% dei pedofili è ETEROSESSUALE!
omofobia e bugieEsiste un modo per misurare l’omofobia?
Questa domanda mi venne fatta anni fa dall’anziana nonna di una coppia di amici di Lisbona, e onestamente per i primi secondi mi lasciò spiazzato. Ma poi cercai di mettere insieme un discorso sensato che faceva pressapoco così: non credo esista un modo per misurare l’omofobia, esistono però, a mio avviso, dei comportamenti, delle frasi e delle riposte che ti fanno capire se chi abbiamo di fronte è omofobo e quanto lo sia. Frasi come

  • Ho paura che i rapporti omosessuali siano una minaccia per la società in quanto contribuiscono alla diminuzione delle nascite
  • Cambierei opinione e sentimenti verso un amico se venissi a scoprire che è omosessuale
  • I gay e le lesbiche non dovrebbero rivelare ai loro genitori la propria omosessualità, per non farli soffrire troppo
  • Il comportamento omosessuale non costituisce un buon esempio per i bambini
  • Un buon calciatore non può essere gay
  • La cultura omosessuale può essere pericolosa perché può provocare un aumento dei casi di omosessualità
  • Se i gay e le lesbiche vogliono avere gli stessi diritti degli eterosessuali devono rinunciare alla loro omosessualità
  • Se scoprissi che il mio superiore è omosessuale, avrei paura delle richieste e/o delle pressioni sessuali che potrebbe farmi
  • Mi procurerebbe disagio ospitare in casa per la notte una coppia omosessuale

sono un forte indicatore di omofobia.
E sia chiara una cosa, amici, omosessuali non si diventa, si nasce! L’omosessuale, così come l’eterosessuale o il/la trans che modifica il proprio corpo, altro non fa che seguire un istinto innato.
Ma allora l’omofobia può essere curata? Se sì, come?
omofobia educazione all'accettazioneCerto, l’omofobia può essere curata e deve essere combattuta! Con l’educazione sin dai primi anni di vita, con un percorso di apprendimento e di accettazione che deve avvenire in primis nel proprio ambito familiare, proseguire a scuola e poi fuori, tra gli amici, nella propria società.
Una lotta che deve essere sostenuta anche dalla politica, da coloro che hanno una voce che nel bene o nel male arriva a tutti, e bisogna farlo con leggi chiare, che puniscano fortemente e in maniera esemplare tutti gli atti di omofobia, e tutelino maggiormente il popolo LGBT.
Ma la lotta all’omofobia deve essere anche interna la nostra società, quella LGBT che come ho avuto modo di spiegare, soffre enormemente di un’omofobia interiorizzata. Come? Smettendola di giudicarci, di credere di conoscere quale sia il modo migliore di essere gay, lesbica, trans, bisex e credere di conoscere solo noi il miglio modo di essere gay in società.
Smettendola di stigmatizzare i Pride, andandoci, vivendoli, apprezzandoli e sostenendoli, così come con tutti i movimenti di liberazione e accettazione promossi dalle associazioni LGBT, perché amici miei, se qualcuno, in quel non molto lontano 1969 non avesse avuto il coraggio di reagire e di scendere in strada per rivendicare il diritto ad esistere e ad essere accettati per ciò che si è realmente, credetemi, ad oggi saremmo solo bloccati in un vortice senza uscita di tristezza e insoddisfazione.
La diversità ci rende liberi, e la libertà di essere se stessi, se non nuoce alle vite altrui (tipo che voglio essere libero di essere un cannibale e ammazzo persone a caso per farci colazione, pranzo e cena, per assurdo) rende la vita bella e fa valere ancora di più la pena di viverla!
E lo dico per primo a me stesso, lottando contro gli stereotipi con cui sono cresciuto.
omofobia - be yourself

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